In principio era il seme.
Avete mai pensato che la maggior parte di ciò che consumiamo, di ciò che utilizziamo, di ciò che contempliamo è figlia di un essere millimetrico come un seme? E che, spessissimo, la madre di certi 'mali epocali', di certe 'cacce alle streghe' e di certi veleni potentissimi è proprio nascosta in un seme?
Ebbene sì.
Il sacrosanto olio, l'imprescindibile cioccolato, le pagine odorose di un libro, i cosmetici che ci fanno belli, i colori che spennelliamo avidamente sulle tele, il carburante della nostra auto, il nostro affezionatissimo caffè, l'inebriante sapore della birra; e l'immenso baobab, le deliziose noci di cocco, nonché l'ergotismo (più comunemente 'fuoco di sant'Antonio') e la letale ricina sono tutti prodotti di quel microcosmo che è il seme.
Siamo avvezzi a paragonare più spesso la vita umana a quella animale. Eppure, 'La vita segreta dei semi' ci dimostra quanto sorprendentemente vicini siano uomini e vegetali e in che modo questi ultimi influenzino i primi: piante e fiori che 'agiscono' alla maniera umana - forse più che umana - pianificando astute strategie di difesa, tracciando linee di guerra contro l'estinzione della specie, adibendo dolci alcove dove consumare i momenti d'intimità, preparando il futuro della propria 'prole' e decidendo in quale momento e in quale zona del mondo inviarla. Ma non solo. I semi, come un libro spesso perfettamente confezionato, possono raccontare la storia di un popolo, il cammino dei continenti, la direzione dei venti, l'estinzione di certi gruppi animali e vegetali. Come una mappa dell'evoluzione globale.
Quello che può sembrare un borioso saggio scientifico - perché, c'è da dirlo, è ricco di nozioni sulla genetica, sulla botanica, sulla chimica, sulla biologia e non solo - si rivela, invece, un'avvincente eziologia che Jonathan Silvertown conduce con un tono spesso gradevolmente ironico, calzando ai vegetali le scarpe dell'uomo. Interessante e certamente fruibile ai più; un originalissimo racconto sull'evoluzione dal punto di vista dei semi.
Direi, la Bibbia secondo i semi.
Anna Ragosta
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