domenica 8 maggio 2011

Vento e sabbia di Domenico Infante (Scrittura&Scritture)


Otto storie, otto vite.
Vite portate dal vento e sferzate dalla sabbia. Vite vissute intensamente e segnate da desideri e dolori. Come la vita di ogni uomo, che trova la propria ragion d’essere solo in virtù di una passione autentica o una meta da raggiungere. Che sia un premio da conseguire o, più semplicemente, una sofferenza da cui fuggire.


Il mare racconta. Le sue parole sono lo sciabordio di onde che si succedono, inesorabili, l’una dopo l’altra, portando con sé frammenti di vita.
Il freddo della tramontana è quello che domina l’animo di Lidia, migrante per necessità, che cerca disperatamente un luogo dove sentirsi nuovamente, in qualche modo, a casa; il caldo dello scirocco non dà pace a Pascalino, uomo in fuga dai ricordi che ha scelto la strada come filosofia di vita; l’ostro invece soffia sulle spalle gracili di don Peppino, guardamacchine col passato – probabilmente assai fantasioso - da “omm’e ponta”, guappo dal coltello facile al servizio di Al Capone.
Le storie di “Vento e sabbia” sono a volte crudeli, e hanno il fascino “noir” dei racconti di Jean Claude Izzo. Ma la lingua di Infante è ben lontana dal taglio secco e asciutto del romanziere marsigliese; la narrazione mantiene, al contrario, un piglio garbato che induce il lettore all’amaro sorriso piuttosto che al pianto.
Otto racconti che sanno di Mediterraneo, per una raccolta che conferma il talento dell’autore, alla sua terza prova con i tipi della Scrittura & Scritture.

Gianluca Calvino

Nessun commento:

Posta un commento