Ciascuna storia umana è un documento a sé.
Ogni volta che scegliamo quale strada imboccare; ogni volta che preferiamo un caffè nero a uno macchiato; ogni volta che rispondiamo al telefono o suoniamo a un campanello; ogni volta che scegliamo quale maglione indossare, quale libro leggere, quale risposta dare, quale porta aprire o chiudere. Ogni singola volta che i nostri polmoni si riempiono d’aria, stiamo scrivendo indissolubilmente una pagina dell’esistenza umana.
Documenti, li chiama De Roberto.
Testimonianze, quindi. Ecco cosa sono i suoi quattordici racconti sull’aristocrazia italiana di fine Ottocento; fotografie in bianco e nero del mondo dei salotti e delle tazze da tè in fine porcellana, di duelli d’onore e di sigilli su buste da lettera; scorci di corrispondenze amorose, di chiacchiere formali e informali, di soliloqui filosofici che intendono fornire una panoramica minuziosa della società tardo ottocentesca, passando per le vite dei singoli individui, per i vizi e le virtù dell'anima.
Sull'onda imperante del naturalismo e del verismo, nulla è lasciato al caso; nessun particolare ha un mero fine estetico: tutto partecipa ad un processo di annotazione e di catalogazione, al fine di dar vita ad un puntale repertorio del comportamento umano.
Repertorio che, a distanza di oltre un secolo, risulta sorprendentemente attuale.
“C’é una storia nella vita di tutti gli uomini.”
William Shakespeare
Anna Ragosta
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